Sabato 7 ottobre 2006, giorno del cinquantesimo compleanno di Vladimir Putin, Anna stava proprio facendo la massaia, come piaceva a Kadyrov. Anzi, la Politkosvkaja - come tante donne moderne - stava facendo la spesa dopo una giornata di lavoro. Ha parcheggiato la sua vecchia Zigulì di fronte al suo condominio in via Lesnaja 8/12, in pieno centro di Mosca e ha digitato il codice per aprire la porta d'ingresso. La spesa era tanta, e l'ha obbligata a fare due giri. Durante il secondo viaggio, non appena le porte dell'ascensore si sono aperte, l'assassino le ha scaricato cinque colpi: tre al petto (due dei quali l'hanno colpita al cuore) e due alla testa. L'ultimo è quello di grazia, quello che a Mosca chiamano kontrolnij , di controllo, sparato per essere certi che la giornalista non potesse più uscire viva dall'ascensore. Non a caso sulla tomba della Politkosvkaja (nel cimitero di Troekurovskoje) è stata posta una lapide con un foglio bianco di pietra, violato da cinque colpi di pistola. (tratto da "Anna è viva" di Andrea Riscassi, Sonda edizioni). Giovedì 7 ottobre 2010 alle ore 17 ricorderemo Anna Politkosvkaja a Scienze della Comunicazione (via Azzo Gardino, 23 a Bologna) con una lezione magistrale di Mimmo Càndito su "I reporter di guerra". |
Post >