Quanto fa male scrivere male un articolo di nera? Quanto
male si può fare al protagonista, alla vittima, all’imputato, ai parenti, alla
fidanzata, alla famiglia? Ecco, il caso di Alberto Mercuriali è tutto questo
messo insieme. Una storia drammatica e triste, finita male per colpa di un
corto circuito tra giornalisti e carabinieri. Un suicidio cercato per vergogna,
ma cui sé arrivati per colpa del dolore provocato da una notizia fuori misura.
Gonfiata, esagerata, storpiata. Una notizia che in altri giorni, e su altre
cronache, non avrebbe che occupato uno spazietto nella colonnina delle brevi. I
fatti risalgono al luglio 2007, e partono da una segnalazione dei carabinieri
di Castrocaro Terme per possesso di droga. Poco più 60 grammi di hascisc, né
poca né molta. Alberto era incensurato. La denuncia era d’obbligo. Ma poteva
finire lì. E i carabinieri sembra che gliel’avessero anche promesso. Poi,
qualche giorno dopo, e a seguito della conferenza stampa dell’arma (ma non
gliel’avevano promesso?), i giornali ne parlano. E ne parlano male: “Imbottito
di droga”, titola a tutta pagina il resto del Carlino nella cronaca di Forlì,
giocando sul doppio senso tra il fumo trovato in casa di Alberto nascosto –
sembra – nell’incavo ricavato all’interno di un libro fantasy, e la – presunta
– condotta di vita del giovane agronomo romagnolo. Altrettanto, ma con minor
clamore, fanno gli altri giornali locali. Passano due giorni, e Alberto si
uccide con il gas di scarico della sua auto.
Passano altri pochi giorni e gli amici organizzano una fiaccolata in suo
ricordo cui la stampa locale dà ben poco conto. Il Coccodrillo si ferma qui
(perché si potrebbe continuare, eccome che si potrebbe continuare…) e ricorda
solo che il film di Lisa Tormena e Matteo Lolletti “Il giorno che la notte scese due volte”
racconta la storia di Alberto Mercuriali, giovane agronomo di Castrocaro Terme
che si è tolto la vita il 9 luglio del 2007. Giovedì 10 giugno, alla sera, se
ne riparla a Forlì. Un ricordo collettivo, con la famiglia, i suoi amici, gli
autori del film. Un po’ di giornalisti. Non potete mancare.
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