Leggo sul Corriere di Bologna (per motivi ignoti al
Coccodrillo, da tempo particolarmente attento a questa piccola storia) la
notizia che Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna e Aser, il sindacato
regionale, hanno depositato il ricorso straordinario al Capo dello Stato contro
il bando per il nuovo addetto stampa dell’Alma Mater, l’Università di Bologna.
In ballo c’è il fatto che il bando, tra i requisiti per partecipare, richiedeva
anche la laurea oltre all’iscrizione all’albo dei giornalisti. Ora, mi sembra umano
che il sindacato punti i piedi visto che è molto probabile che abbia tra i suoi
iscritti qualche collega non laureato interessato alla poltrona in questione
suffragando il tutto con la storia del “titolo professionalizzante” del
giornalista che ha superato l’esame di Stato, ma che la stessa cosa la faccia
l’Ordine fa quanto meno sorridere: anche perché è proprio l’Ordine dei
giornalisti, quello emiliano-romagnolo come tutti gli altri, a riconoscere le
Scuole di giornalismo dove, come è noto, si accede solo se si è in possesso
della laurea. C’è una lettura sottotraccia: che questa poco lodevole iniziativa
sia il risultato di una merce di scambio passata di mano tra Ordine e sindacato proprio a ridosso delle ultime e
recenti elezioni regionali del Consiglio dell’Ordine, non tanto per difendere
qualche sonnolento collega fuori corso ma con l’obiettivo di sistemare vecchi
conti che nulla hanno a che fare con il bando in questione. E allora sì, più
che sorridere, il Coccodrillo sente una profonda tristezza.
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