Maledetti giornalisti. E’ il titolo di un vecchio libro dove
dialogano Michele Serra, Goffredo Fofi e Gad Lerner (edizioni e/o) sui temi a noi più cari.
Eppure non se ne viene a capo. Allora la rete, e i giornali on line, erano
appena arrivati (correva l’anno 1996) ma il contenuto non cambia: “Sai una
cosa? – diceva Serra – al di là delle inclinazioni personali di ciascuno di
noi, ho effettivamente l’impressione che il giornalismo in questo momento - parlo soprattutto della carta stampa, ma
anche della televisione per altri versi - sia veramente poco rappresentativa della
realtà. Mi sembra che fino a pochi anni fa, forse perché c’erano le ideologie,
il giornale era quasi un pezzo della propria personalità, era una cosa che ti
formava, che ti presentava agli altri; e questo non c’è più. Ho l’impressione
che, e lo dico come una fortuna, per i giovani per esempio, che non frequento
abbastanza e mi dispiace (anche se quando ne sento parlare alcuni non mi
dispiace), l’esperienza individuale, i viaggi, la vita siano enormemente più
importanti di quello che noi chiamiamo informazione”. Ecco, il giorno dopo lo sbarco dell’ iPad
bisognerebbe risentire Serra. Magari qualcosa è cambiato, magari i ggiovani stanno navigando altrove da
tempo, e molti non se ne sono ancora accorti.
Nell’attesa di qualche risposta il Coccodrillo vi ricorda di andare a
votare anche per Mauro Sarti per il
Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna. Domenica 30 maggio, dalle 10 alle 18 a
Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna e Piacenza. Non risolve, ma aiuta.
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