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Piazza Grande, per l'Ordine non c'è posto

pubblicato 14 set 2011, 02:45 da Mauro Sarti   [ aggiornato in data 14 set 2011, 03:25 ]

Bologna, 14 settembre 2011

 Al presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna

Gerardo Bombonato

Caro presidente, apprendo con amarezza e preoccupazione che l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna ha deciso di non concedere i suoi locali per ospitare il nuovo laboratorio di giornalismo sociale di Piazza Grande, il giornale dei senza casa bolognesi. Un scelta incomprensibile e portatrice di molti interrogativi.

Tanto più che ai dieci incontri e ai due workshop previsti dal programma che partirà il 2 novembre (a questo punto ancora non si sa dove) parteciperanno molte firme autorevoli del giornalismo (Alberto Nerazzini di Report, Luca Rosini di Anno Zero, Carlo Lucarelli);  hanno accettato il nostro invito a parlare di politica e informazione il sindaco Virginio Merola (con il politologo Christian Vaccari), sul tema dell’ecologia interverrà il preside di Agraria e fondatore di Last minute market Andrea Segrè. Di televisione disserteranno Nelson Bova della Rai Emilia Romagna e Lorenzo Maria Falco di Repubblica Tv; poi Pif, volto noto di Mtv, Carlo Gubitosa e Nicola Rabbi, giornalisti esperti di informazione multimediale; i fotografi Vittorio Valentini e Alessandro Zannini; i colleghi Lorenzo Guadagnucci, Daniele Barbieri, Jonathan Ferramola, Giampaolo Colletti, Silvia Storelli, Carlotta Vandini, Mihai Butcovan. Simone Sabattini del Corriere di Bologna dialogherà con Bruno Papignani, sindacalista Fiom, sui temi del lavoro. Molti di loro, come sai, sono tuoi iscritti. E tutti hanno accettato di intervenire gratuitamente – e sottraendo tempo al loro lavoro - al laboratorio di Piazza Grande.

Dunque perché il no dell’Ordine dei giornalisti? Ho un sospetto: vedo sull’ultimo numero della rivista dell’Ordine molto spazio dedicato al tema della formazione, oltre all’annuncio della nascita di una neonata fondazione privata (di cui tu sei anche presidente) che si occuperà per l’Ordine di organizzare la formazione, presumo a pagamento. Collego il tutto con il fatto che nella risposta a voce che ci è stata data riguardo alla mancata concessione dei locali per il corso e dunque del patrocinio, si è fatto esplicito riferimento al fatto che il nostro laboratorio  “avrebbe creato problemi all’organizzazione dei corsi della Fondazione che stanno per partire” (quando? quali corsi? non vi è  traccia sul sito dell’Odg) e mi domando:

- quali competenze restano all’Ordine nel campo della formazione?

-   che rapporti esistono tra l’Ordine (ente di diritto pubblico) e la neonata fondazione privata?

-     in base a quale criteri la fondazione decide quali corsi sostenere e quali no?

 Ancora, caro presidente, non capisco: di quale formazione si parla dunque con tanta prosopopea sull’ultimo numero della rivista dell’Ordine? Il laboratorio di giornalismo di Piazza Grande è aperto ai giornalisti (praticanti, pubblicisti, professionisti), studenti e volontari e costa solo 120 euro per il rimborso delle spese di organizzazione che andranno direttamente all’Associazione Amici di Piazza Grande (onlus). L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna avrebbe offerto un’importante opportunità di formazione ai suoi iscritti e fatto un gesto di vera solidarietà nel sostenere un’iniziativa del genere. Al contrario un Ordine svuotato di un pezzo importante delle sue competenze istituzionali (gli restano l’accesso alla professione - che necessita di una profonda revisione - e la tutela della deontologia) davvero non serve più a nessuno.

 Cordiali saluti

 Mauro Sarti (comitato editoriale di Piazza Grande)

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